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Ho deciso di scrivere perché ora è il tempo di raccontare.
E questa è una bella storia.
Una storia nella storia di Genova che ho scoperto casualmente poco per volta, e allo stesso modo vi porterei in questa ricerca ancora piena di curiosità da svelare, non solo ho coinvolto amici in questa ricerca ma vi troverete anche voi altrettanto coinvolti a guardare la città alla ricerca di segni del passaggio di un elefante.
Quando dico che è tempo di scrivere intendo che è tempo di raccontare degli incontri delle mie storie e dei segreti per lasciare idee, proposte, odori, immagini, di un tempo vissuto che narra anche del secolo scorso, io sono quello che ho imparato, ho fatto mie tutte le chicchere, le canzoni di chi ho incontrato come gli inciampi più dolorosi, ho fatto una simona che è una raccolta di fascicoli infiniti perché sono sempre in aggiornamento, io non sono solo io ma la somma infinita di quello che mi ha circondato e ho lasciato poco per strada, è tanto quel che ho preso e fatto.
Ma questa è un’altra storia.
Tutto è iniziato con una signora che, vedendomi in strada con le mie illustrazioni, mi chiese se potevo disegnare per lei un elefante. Così decisi di provarci. Tempo prima mi chiesero di disegnare una giraffa, per paura di non riuscire a disegnarla usai come scusa che potevo raffigurare solo animali con cui avevo avuto a che fare come le pecore, mucche, gatti, topi, ghiri, ragni, asini, galline, uccellini, cinghiali, caprioli, tassi; insomma, tutto quello che si trova nella nostra campagna ligure, ma mi piace elencarli per ricordarli e immaginarli e nominarli uno ad uno, in nome della amicizia che ancora mi lega agli animali con cui ho fatto un po di strada insieme...ma questa è un'altra storia.
Però, tornando alla richiesta della signora, questa volta non volevo perdere l’occasione di guadagnare qualche lira, così provai e con mia sorpresa fu più facile del previsto: ne venne fuori un elefante per me strepitoso...mi meravigliai veramente! Il grigio e l’acquarello su carta ruvida è sorprendentemente una perfetta pelle di elefante, proprio come la immaginiamo. Si perché non siamo in pochi che non abbiamo mai visto un elefante.
Fui talmente contenta del mio elefante che ho sempre voglia di disegnarli ogni dove.
Al momento di mestiere faccio l’illustratrice e soprattutto disegno Genova dove già metto galline, asini, tartarughe, rane api...è sempre pieno di animaletti, ovviamente ho iniziato a inserire elefanti accanto alle mie amate galline, li ho fatti camminare sulla sopraelevata, a Caricamento a fianco al bus, vicino alla Lanterna, e pure uno da Porta Siberia al porto.
Gli elefanti, oltre ad essere affascinanti e belli, sono animali pacifici favorevoli alle relazioni. Credo siano tra gli animali più amati dai bambini...e da ora anche da me.
Un giorno, mentre un signore osservava le mie illustrazioni, (on the road) mi chiese se avessi disegnato l'elefante a Genova per la storia di quello che venne a in città nel lontano 1500.
Quale storia dell’elefante? Chiesi, e lui cominciò a narrarmi un poco di storia, mi racconta che arrivò via mare dal Portogallo e che a Genova si imbizzarrì, e allora ridemmo immaginando il culo dell'elefante incagliato tra i vicoli. Da allora cominciai a raccogliere informazioni fugaci di chi passando in strada mi dava notizie, e poi mi decisi, spinta da una grande curiosità, a fare una seria e coinvolgente ricerca.
Una storia talmente interessante che fin la mia vicina di casa ho coinvolto come altri amici casualmente utili alla ricerca divenuta subito allegra e interessante passione collettiva di chi si offriva con idee fantasiose alla narrazione possibile ed anche alla ricerca.
Qualcuno, passando sempre di corsa (doveva prendere il treno! si perché la mia postazione è sul lungo Principe) mi disse che esiste un locale che ha le vetrate con delle illustrazioni che riguardano il nostro elefante, ma non ricordava il nome del posto e corse via lasciandomi la speranza di beccare le vetrate o il suo ritorno. Le sto cercando ancora! magari non è vero, magari le troveremo insieme mentre scrivo o mentre voi leggerete.
Si tratta di simpatici passanti che condividevano con me qualche dettaglio o ricordo fermandosi appunto dalla mia galleria d'arte "on the road" in uno slargo ribattezzato dagli amici: Largo Alla Cantadina, la Cantadina sono io! sarebbe il mio nome di battaglia!
Un altra persona ancora mi raccontò che l’elefante che passò da Genova era il dono dell’Imperatore del Portogallo per le nozze di Massimiliano d’Austria, l’animale che già proveniva dalle colone indiane aveva viaggiato via mare dal Portogallo fino a Genova, per poi proseguire a piedi fino in Austria.
Altri passanti mi dissero che negli archivi di stato si trovavano i documenti di accompagnamento del trasporto dell’elefante, ma forse si confusero con quello che passò nel 1800! infatti nelle mie ricerche Vittorio che da anni segue il mio lavoro artistico mi disse che c'è un altro elefante che passando da Genova creò un gran invescendo. Vittorio con enfasi e orgoglio mi confermò comunque che solo la possente e attrezzata flotta genovese avrebbe potuto trasportare un elefante! altro che Amazon!, che era impresa non certo facile all’epoca, non solo per la gestione di un pachiderma a bordo, ma anche per difendersi dagli attacchi possibili in mare come i pirati.
Ormai le ricerche dovevano andare oltre "il sentito dire" e su suggerimento di Vittorio decido di avanzare le ricerche sino l'archivio di stato… non che non avessi un po’ di timore a varcare un luogo di professoroni...e a tal proposito avevo tentato di mandarci il proff. Gianni Priano con cui già avevamo prodotto un libro insieme dove lui scriveva e io illustravo...si va bè io non illustro esattamente la narrazione di altri, ma offro la mia, e di questo ci siamo divertiti entrambi, ma la vita al momento ci tiene distanti, quindi ho deciso di arrangiarmi che male non mi fa! e poi come ho scritto all'inizio ora sto entrando nell'età che avevo previsto di cominciare a scrivere poi di certo a Gianni gli farò leggere tutto tutto...tutto!
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Marzo 2025 negli archivi di Stato
Ora eccomi qui, negli archivi di stato, a cercare. L’archivio di stato è un luogo affascinante e silenzioso, e per fortuna c'è sempre qualcuno gentile disposto ad aiutarti. Avevo il timore che la mia ricerca fosse considerata meno prestigiosa rispetto ai temi che immagino solitamente trattati in archivio, anche perché credo di essere una ignoratela riconoscibile con mani da lavoratrice!
Ma come accade nelle biblioteche, qui non esistono differenze sociali di nessun tipo: quindi mi portarono senza esitazione ciò che mi era stato consigliato (dalla famosa curatrice dell’archivio Giustina Olgiati) previa ricerca dalle mie domande al momento della prenotazione: mi portarono un libro e poi una serie di carte decisamente antiche nominate e catalogate dall'archivio segreto come i fogliacci scritti in un italiano incomprensibile o peggio, (per me) in latino. Le calligrafie e timbri su questi fogliacci sono bellissimi e stupefacenti, si rimane affascinati dal luogo, dai rumori silenziosi dell’archivio e da tutti questi fogliacci per chi come me non li aveva mai visti. Toccando i fogli ti immagini questi vecchi signori scrivani al banco con piuma penna e calamaio, e poi come nei film vedi schiacciare con tocchi di ferro bolli di cera lacca rossa e fumosa.
La ricerca all'archivio parte con data e nomi, stiamo parlando del 1551. Anche quando i testi erano in italiano, non è mica facile capirli, figuriamoci quelli in latino! Ma un gentile conoscente, che con sorpresa mi vide ai banchi, mi incoraggiò dicendo che un po' di latino si riesce comunque a comprendere. Dovevo concentrarmi su poche parole chiave: Soliman, Massimiliano III, Maria, 1551, 13 Novembre. Roberto, anche lui fu inevitabilmente coinvolto dal mio entusiasmo...e lo sarà anche in seguito!
Mi ero preparata al meglio e già sapevo che l'elefante si chiamava Soliman, come il capo dei Turchi, Sultano Ottomano Solimano il Magnifico che all’epoca mise a ferro e fuoco l’Europa. Pare che l’arciduca Massimiliano d’Austria, diede all’elefante quel nome per intimorire il leader turco anche se lui, il turco dico, sicuramente un elefante lo aveva già visto!
Tuttavia, ho immaginato che gli ospiti del matrimonio rimasero meravigliati alla vista di questo gigantesco animale, con un lungo naso e zampe che sembravano colonne romane. Mi piace immaginare che avesse occhi buoni e che anche lui fosse un po' stupito e intimorito, circondato da tante persone, tra gli sfarzi di un matrimonio reale.
E si, la sposa era niente po' po' di meno che Maria di Spagna , figlia dell’imperatore Carlo V!
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Aprile 2025 ancora negli archivi incontri e amicizia
Poi in seguito ho scoperto che il viaggio lo fecero tre anni dopo il matrimonio in occasione del ritorno di Maria nei domini Austriaci a Vienna… e che quindi anche se era un dono forse non venne bardato per la cerimonia nuziale ma venne bardato per entrare in pompa magna in Genova? per attraversare portali eleganti? … Vi assicuro che questo viaggiare; quello dell’elefante è pieno di scoperte che si svelano passin passetto, ma forse la ricerca è proprio così poco per volta, e io che ho intenzione di illustrala oltre che narrarla, ho cominciato già a scrivere senza aver scoperto tutto...ma la ricerca è come andar per funghi, un po perdi tempo, e un po trovi, però il tempo che si passa nel bosco è sempre piacevole...lo scopriremo solo vivendo.
Se c’era Carlo V, allora la flotta che trasportava l'elefante da Barcellona a Genova doveva essere quella del grande navigatore Andrea Doria, e certamente, in quel 12 o 13 novembre, fu un’impresa memorabile.
Per andare all’archivio come già vi dissi è bene arrivare preparati, sono andata due volte, e alla seconda è arrivata con me anche la mia vicina di casa Michela. Mi son pure portata la scheda con i numeri romani! Si perché 1550 è il Sedicesimo secolo XVI secolo, e io mica lo ricordavo più manco come si fa il calcolo dei secoli!! , quindi potete immaginare come sia difficile per me che, oltre che ingorantella, sono pure abbastanza dis-tutto...forse più di tutto dis-calculica...ma non ho mai mollato gli occhi dai fogliacci alla ricerca delle parole chiave!
Ho spillato parola per parola mattina e pomeriggio per ben due giorni... tra lo sfogliare poetico delle carte dei vicini e il carrello delle carte antiche, gli starnuti di Simone e poi una polverina scura tipo uova di tarme che appare tra queste carte. Mi prudeva il naso, e devo ammettere che tra i pensieri della notte ho fin temuto di poter aver preso una malattia, una peste del ‘500...diciamo del quindicesimo secolo! Si lo so, fa un po' ridere ma secondo me anche voi al mio posto vi sarebbe venuto il prurito e il pensiero.
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Simone era in aula, un giovane studente studioso che era dietro di me, anche lui ha capito che avevo bisogno di aiuto soprattutto per indicarmi come si cerca nel catalogone dell’archivio. Poi è stato utilissimo ed il primo a farmi entrare dentro il periodo storico della Repubblica Genova.
Simone mi ha detto che senza dubbio l’elefante fu Andrea Doria ad accoglierlo che erano i ricchi tempi di Carlo V e che certamente fu ospitato al Palazzo del Principe.
Mi raccontò che in quei tempi quando passavano parate regali i Genovesi preparavano portali ad arcate romane molto sfarzose e effimere, nel senso che erano fatte di legno, per poi essere smaltite o recuperate, ma l'importante che facessero un gran sciato all’entrata nel porto, e allora non c’è dubbio che Soliman fosse vestito a gran festa per una spettacolare parata, in seguito scoperto ancora che con Soliman in viaggio c’era una gran cavalleria (cavalli andalusi) che suppongo sia stata usata anche nella parata di entrata oltre che per le guerre di quei tempi.
Quindi i 20 ottobre 1551 le navi al comando del nostro Genovese Andra Doria partirono dal porto di Barcellona per un viaggio pericoloso che fecero sotto costa dove persero una nave, ma arrivarono sani e salvi a Genova il 13 Novembre.
Potete immaginare un elefante gigante con sopra gli sposi, il Cornac, (l'elefantiere detto anche mahout o mahāmatra) che poi erano forse due con una illustre carovana di servitori e camalli, domatori e damigelle valige come forzieri, bauli in legno con bordi dorati carichi di vestiti, armi, magari formaggi e vino e chissà che altro. Di certo c’era il foraggio e il cibo per l’elefante! Ecco appunto potete immaginare questa carovana passare sotto una arcata Romana per entrare al palazzo del Principe. Quello che oggi è museo Andrea Doria dove c’è un famoso Nettuno che sembra che lo abbiano girato per via del culo nudo che era rivolto agli aristocratici, Chissà se lo hanno fatto apposta E' che siamo proprio sul mare difronte a quella che oggi è la stazione marittima, e forse già lo era, quello che ho capito per certo è che siamo fuori dalle mura di Genova in zona Fassolo e che il palazzo era appena stato edificato (oggi Palazzo Doria Pamphilj).
Tutto quello che possiamo immaginare non l’ho ancora trovato sui documenti! Si trova molto del resto del viaggio in europa ma su cosa fecero a Genova trovo poco e sparso ...come se la solita accoglienza Genovese si sia espressa e abbia lasciato anche poco per i cronisti dell’epoca. Uno dei cronisti appunto è il signor Casoni (il primo libro che mi consigliarono all’archivio) narra certamente di questo viaggio, e con Michela abbiamo letto e riletto il capitolo, narra appunto del viaggio che fecero sulle caravelle di Andrea Doria e che partì lui stesso da Genova per andare a prendere la carovana regale, partì per ben due volte perché alla prima fu attaccato dai pirati, quindi dovette battere in rapida ritirata ed riorganizzarsi per la partenza. Casoni parla degli sposi, parla di Maria e Massimiliano, ma non cita l'elefante, parla anche di CarloV come appunto il padre della sposa...e qui Simone mi disse che all’epoca Andrea Doria considerava più Carlo V che i Genovesi. e che la ricchezza di Genova di quegli anni era appunto fatto dagli affari con la Spagna. Casoni racconta anche che durante il viaggio che fecero sotto-costa furono attaccati dai pirati, che poi erano i Francesi, che qualcosa persero ma la flotta arrivò sana e salva.
Simone però non sa che oltre ad essere gentile ha suscitato in me antiche emozioni si, perché se sapesse che appena mi ha detto il suo nome ho subito pensato al mio sogno:
ho sempre un ricordo immediato che mi porto dietro da anni, si, perché anche io mi chiamo Simona nel mio sogno mi innamorai di un Simone, guardandomi allo specchio e non ero io ma si rifletteva un uomo, era Simone e io ero piena di sentimento amorevole verso questo Simone. Uno di quei sogni che sembrano vita vissuta, e allora ne parlai, lo raccontai e mi dissero che avevo sognato l’uomo perfetto, l’altra parte di me, quella maschile, forse la mancante, quella "parte" che quando incontri qualcuno che te la rivela ti innamori. Da quel sogno quando qualcuno si presenta come Simone penso sempre al sogno...che sia il Simone importante della mia vita? Colui che mi rivelerà chi sono e che ci innamoreremo perdutamente? magari sesso sfrenato? e li guardo immaginandomi tutto questo, se lo sapessero!! se leggeranno, lo sapranno, ma mica tutti i Simone leggeranno questo racconto!
Intanto che aspetto di consultare un libro che è alla biblioteca di economia e commercio, vi racconto il resto del viaggio:
Allora, Soliman parti dalle colonie Portoghesi Indiane e fu addestrato per entrare e lavorare in Europa, rimase un po' i Portogallo poi Barcellona, e poi appunto navigò il mare Mediterraneo per a arrivare a Zena, Milano, Parma e nel Brennero dove restò fermo a riposo per due settimane su consiglio del veterinario che mai aveva visto un elefante, ma di logica consigliò il riposo.
Molti passarono a far visita all’elefante Soliman ma pare che Massimiliano avesse fretta di ripartire per paura del ghiaccio e della neve che comunque poi presero inevitabilmente. Quindi ripartirono, ed ancora, per giorni la gente veniva a vedere l'elefante tanto che incaricarono un pittore di fare un grande affresco, grande come Soliman, ancora oggi quell’elefante è dipinto sui muri della casa che ospitò la carovana e porta il nome di Hotel Soliman Elephant! (copiare note da hotel).
Pare che ci siano anche dei cimeli, io vorrei andare un giorno in questo Hotel, ma ho già visto che i prezzi non sono alla mia portata magari vado solo a far visita e dormo in viaggio, un viaggio sulle tappe dell’elefante! Certamente vorrei arrivare a Vienna dove c’è lo zoo fondato con l’arrivo di Soliman, perche poi in quegli anni da Massimiliano in poi continuarono ad arrivare in dono animali esotici, lessi che non arrivarono mai più elefanti anche perché penso che fu un grande dispiacere la morte di Soliman solo due anni dopo all’arrivo a Vienna, morto forse per solitudine freddo e secondo le narrazioni, probabilmente per mal nutrimento. In realtà poi ne arrivò un altro di Elefante! Ecco vedete come fa la ricerca, prima leggi una cosa poi ne trovi un’altra e allora cominci a cercare qualcosa di più certo, e quindi cominci a cercare i ricercatori...spesso gentili e pieni di passione contagiosa.
Da buona pastora io credo che la solitudine sia la cosa più triste che possa provare un animale sociale come l'elefante, quasi tutti sono animali sociali, anche le galline devono essere almeno in tre, e che quindi il mal nutrimento sia anche mancanza di appetito causato dalla depressione di Soliman, oltre ovviamente all’incapacità e forse impossibilità di nutrire un animale esotico che si sarebbe dovuto nutrire di giunchi e banane che certamente non si trovano in Austria.
Gli elefanti sono classificati come erbivori e consumare fino a 150 kg di vegetazione al giorno , è stato registrato che gli elefanti si nutrono di 112 specie di piante varie, per lo più della famiglia delle leguminose, palme, giunchi ed erbe
Nel bosco della ricerca è apparso certo che ci fu un secondo elefante per consolare la perdita e che visse qualche anno in più di Massimiliano...ma credo che gli sia toccato lo stesso faticosissimo viaggio!
Ora però riscrivo alla biblioteca della facoltà di economia e commercio per farmi consultare un libro suggerito nelle note di un articolo scritto da Laura Stagno Genova e la Spagna nel capitolo " Hospitaggi in casa Doria "
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Arrivare a questo articolo è stato grazie ad un passaparola dell’amico Roberto che incontrando Laura nei corridoi dell’archivio le chiese per me di questo elefante, devo dire che questo interesse che ha suscitato mi abbraccia di nuovi incontri interessanti. Il coinvolgimento generale delle persone intorno a me veramente mi diverte un sacco.
Da questo libro finalmente forse troverò qualcosa di più su cosa accadde a Genova, se poi non trovo nulla il resto me lo inventerò in base a quello che ho trovato, alla mia conoscenza della città e dei genovesi che anche se ora son certamente cambiati, ma credo molta di questa nostra ruvidità è evidentemente radicata dai tempi dei tempi e ben nutrita dal nostro famoso anticorpo che prende il nome di mugugno e dal nostro ostico e meraviglioso territorio. Che ci rende ruvidi e ostinatamente contrari ed ostili... quasi sempre.
Durante le ricerche sono stata anche al museo del mare e al palazzo del principe dove ho raccolto tutto quello che potevo, e ho però scoperto che l’archivio di Andrea Doria è a Roma a Palazzo Pamphilj e per fortuna c'è l’amica Elettra che vive nella capitale ben coinvolta e disposta ad accompagnarmi ed ospitarmi se fosse il caso.
La Giovanna del museo del mare mi ha detto di non illudermi se avessi visto nelle cartine qualche elefante, era usanza fare disegnini di elefante sulle mappe tanto per indicare stranezze e robe esotiche che manco loro sapevano.
Il Museo del mare è bellissimo eravamo in due ad assediare il piano di Andrea Doria e dove abbiamo scoperto che è stato pure longevo. Genova è il paese con più alto numero di vecchi di Europa e magari già da allora; non sarà difficile ricostruire quei tempi poi forse per alcuni aspetti non molto lontani da oggi. Forse veramente quell' Elefante non suscitò gran interesse, anzi magari mugugnarono a vederlo pisciare nei vicoli ostruiti dal questo pachiderma anche se mai peggio dei turisti di oggi!
Se passate nei vicoli in questi tempi di turismo sentirete un gran coro di mugugno verso l’invasione di bestie da crociera e appaiono scritte sui muri -Turista go hoom- oppure -Più balere meno crociere- ed ancora -Basta turismo da crociere- che io lessi da crocchette al posto di crociera e che forse poi se la dislessia fosse rivelatrice come sostengo, è risaputo che ai turisti in genere diano della rumenta* con pasti tipo crocchette per cani.
Ed ancora, la più storica e preferita da me tanto da entrare anch'essa nelle mie illustrazioni:
-l’acquario è una prigione turista sei un coglione-
Su questa ultima scritta oltre che cantarla ci ho costruito una carriera! Si infatti come vi dicevo disegno Genova e il mio nome è Ugolotti da cui partono le ironiche e critiche UGOL-MAPS in cui disegno l’acquario come prigione fino alle ultime Ugol-Maps dove potete ammirare delfini e pinguini in fuga.
Dico una carriera perché come vi ho detto ho pubblicato uno Stradiario insieme a Gianni Priano grazie alle mie Ugol-Maps e anche se questo racconto riguarda la storia dell’elefante devo ancora dirvi che ai bambini e alle bambine che passano da Largo Alla Cantadina offro un invito a tornare per formare un gruppo che andrà a liberare i delfini! Si è vero i delfini non centrano un belino con la storia ma sempre di animali sfruttati dall’uomo si tratta.
Fine Maggio il film di Rajan
Tra le mie prime scoperte riguardo Soliman c'è anche un film di un regista austriaco “IL VIAGGIO DI RAJA - di Karl Saurer nome che racconta la storia dell’elefante. Ho visto il trailer che narra proprio la storia del viaggio di Soliman a partire dall’India, è narrata da un ricercatore e famoso attivista indiano che comincia proprio su come vengono allevati gli elefanti indiani destinati per l'Europa. il titolo è già una piccola denuncia perche si intitola il viaggio di Rayan, che sarebbe il nome indiano che intitola il film Rajan e non Soliman, ma dando a lui un nome di pregio rispetto delle origini il doc-film è una narrazione critica sul fatto che ancora oggi gli elefanti vengono allevati per essere portati e sfruttati in europa. Rajan significa “Grande re”.
Ma anche di questo, per ora non c'è verso di averne una copia scrivendo alla casa discografica ed qui c'è coinvolto anche Francesco e dinuovo la Michela che l’ho messo sulle orme del film in inglese che presto o tardi vedremo in compagnia degli amici traduttori!!
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Luglio 2025 finalmente i documenti di Giovanni Salvago la pagina 83
Oggi riprendo a scrivere dopo essere finalmente stata all'archivio Andrea Doria della facoltà di economia e commercio...(continua, appuntamento alla seconda settiman di Novembre 2025)
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