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ARTE VISIVA ACQUARELLI WATERCOLOR
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Sento freddo, accendo la stufa...il cigolio dello sportello della legna gneeeee toc. Se fa freddissimo il cane ha diritto di entrare in cucina, anche i gatti li lascio entrare e loro non perdono l'occasione di far dispetti alla Tabata che dorme godendo del caldo.
Io non perdo l'occasione di scaldare più acqua che posso, intanto asciugano i calzini, gli scarponi, dietro la stufa c'è una pila di cassette per di far seccare le noci e le castagne. Sul caldo tubo della stufa pendono infiniti fili di ferro con ganci e gancetti...c'è sempre qualcosa da fare asciugare, la stufa asciuga, disinfetta, cucina e con la stufa non brucio mai la minestra, perchè se mi dimentico di mettere la legna, la stufa si spegne.

passi nella neve (foto simo)

STORIE DI MONTAGNA

La neve rivela chi gira intorno a noi, ma rivela anche i nostri passi!

Storie estreme tra lupi, cinghiali, pietre, viandanti strani e pericolosi. Storie più dolci tra galline, asini castagne mele e amanti, tra poesia e quasi magia. Storie vere raccontate da chi le ha vissute. Tra musica e canzoni.

Storie di sopravvivenza estrema, senza corrente elettrica e senza acqua potabile.

Sarà divertente sapere come ho fatto a cavarmela! L'intenzione non è solo quella di divertirsi nei racconti ma di stimolare la voglia di provare, far passare la paura a chi vorrebbe cambiar vita, far sapere che si può anche senza.

L'autosufficienza è pratica da non escludere dalla vita!

STORIE DI MONTAGNA
STORIE DI MONTAGNA
STORIE DI MONTAGNA
STORIE DI MONTAGNA
STORIE DI MONTAGNA

  "IMPRONTE FRESCHE"  è il  mio racconto   risultato tra i segnalati al  Premio nazionale di letteratura rurale “Parole di Terra” 2017

Racconti di terra -2017 ed stampato da Delfino& Enrile editori in Savona

 

Il libro (sotto sotto) su cui è stato pubblicato il mio racconto non è più in vendita, ma un pezzetto da me scelto è stato pubblicato sul Blog di Penagora con tanti altri bellissimi racconti...un giro tra storie sincere come la terra.

"impronte fresche" intero (appena sotto)

 

 

 

IMPRONTE FRESCHE

(di Simona Ugolotti)

Finalmente posso restare a casa, anzi devo restare, non mi posso proprio muovere:
nevica!

E qui, quando nevica non sai mai quanto durerà la neve, al momento son contenta, so che dopo non sarà così, so che poi magari rimarrò senza fieno e mi toccherà camallare alla mia casa le scorte degli amici di montagna.

Forse questo non accadrà, ma certamente quando si scioglierà la neve camminerò per diverse settimane sul fango, un fango speciale, infinito, contagioso, con le mie bestie faremo ovunque sentieri e solchi marroni, una bratta della madonna.

A fermare le culate saranno le radici scoperte a furia di andare avanti e indietro e qualche appiglio improvvisato che si consumerà.

Però oggi son felice, ho abbastanza scorta di fieno per le pecore e granaglie per le galline scampate alla volpe e al Natale.

Questa visione mi rilassa, mi fa godere, resterò chiusa in casa a sistemare le mille cose rimandate, ordine e pulizia.

 

La neve mette tutto a posto, copre il disordine, nasconde teli svolazzanti, secchi, cisterne, tavole, lavori abbandonati...pian piano i suoni cominciano ad attutirsi fino ad un silenzio unico: solo la neve può far tacere la montagna.

Il secchio ricoperto pare un dolce alla panna , le ringhiere diventano perfette, livellate, bianche, scompaiono ruggine e buchi, le grondaie e i tetti finalmente si raddrizzano.

Con la prima neve, nei boschi, appaiono casolari e cascine abbandonate, sconosciute, diroccate, appaiono addirittura le tracce di antichi paesi.

Anche se è già l’ora di fare il giro degli animali nessuno protesta, sono in attesa silenziosa, credo siano certi del mio arrivo oppure risparmiano energia per affrontare l’inverno. Lo faccio con gioia, sarà la mia unica uscita, quella per le mie bestie.

Cappello, giacca, scarponi già imbrattati, e metto i piedi nella neve, uno scricchiolio unico, un suono che mi porta subito da Italo.

Italo è un amante che ha una casa in paese, è uno di città, ma quando nevica prende ferie e se ne viene in montagna, ed io cammino sui suoi passi per non rivelare ai paesani la mie visite a casa sua.

Dai camini accesi scopri chi sia meglio evitare, anche perché siamo gli unici coetanei, con un piccolo ragionamento è facile intuire la nostra intesa, meglio evitare, e poi è così eccitante e divertente:

La neve è anche eccitante e divertente.

La notte la passo da lui, ma prima che si riaccendano i camini torno sui nostri passi. Nella notte non ha nevicato, il mio ripasso sui passi è efficace senza che a Italo tocchi uscire.

La neve rivela chi ci gira intorno: il tasso, volpe e gatti son i primi ad apparire, sono in cerca di cibo e sanno che intorno a casa mia potranno trovare qualcosa, è stato con la neve che ho scoperto che il tasso tutti i giorni mi faceva visita includendomi in un cerchio di impronte, e sempre grazie alla neve, ho beccato il passaggio della volpe per entrare nel recinto del pollaio. La volpe è veramente furba! E il tasso costante.

Continua a nevicare, forse è meglio puntellare il tetto, per fortuna non è un lavoraccio, i legni son già pronti della scorsa nevicata, basta un attimo, posso tornare a a casa, fumare e disegnare.

La Neve ha diversi colori e dimensioni, alle volte son fiocconi pesanti che sembrano bocconi, si poggiano senza vento e raggiungono altezze stupefacenti, alle volte son lamelle appicicose che costruiscono montagne e scogli appoggiandosi sui muri delle case, alle volte è così fine e ventosa che te la trovi fin nelle mutande!

Un anno vennero neve e galaverna rosa...una combinazione magica e unica tra sabbia portata dal vento del deserto e la nostra neve...tutti lo ricordano, anche il disgelo fu incredibile. Ora nevica fine fine fitto fitto che sembra nebbia.

La nebbia, quella vera, vista da sopra è piatta, quando c’è la nebbia in montagna al mondo siamo soli.

Son certa che anche in tempi durissimi, quelli di mio nonno, in campagna nascevano poeti e artisti. Alle volte quando raccontano di quello che accadeva, nella durezza appaiono sempre descrizioni di immagini uniche, poetiche, come per alleviare fatiche privazioni e dolori.

La Bruna, la mamma di Ugo, non aveva mai visto il mare, eppure il mare non era così lontano. Camminava tutta storta ripiegata dalla fatica della sua vita, a servire uomini e animali, a portare pesi come un mulo. Facevano fieno in montagna con le falci e poi nei gaggiùn lo caricavano sulle spalle, attraversavano il fiume con i trampoli, ore e ore di cammino, per poi entrare in una stalla calda e piena di mosche a mungere, appena finito di mungere si preparava subito il formaggio, non c’era mai fine alla fatica.

Non mangiava mai al tavolo con gli uomini, cucinava, serviva e poi stava con il piatto in mano seduta su di uno sgabello di fianco alla stufa. Quando andavo a far visita alla Bruna, magari perché dovevo comperare fieno o vacche dal figlio, facevo il giro delle stalle insieme a lei, intanto le davo volentieri una mano, era di una simpatia unica, quando porgevo il primo cordiale saluto: “Ciao Bruna, come va?” rispondeva ridendo: “Eee...tutta storta” alludendo alla sua schiena.

Bruna alzò con uno sforzo la testa sulla vallata e indicando la nebbia mi disse che il mare lo immaginava così: “Vedi quello è il mare... e le montagne che spuntano dalla nebbia sono i bastimenti, e se guardi bene bene la nebbia si muove leggermente: quelle sono le onde.”

La Bruna nonostante tutto era piena di arte ed ironia. Ero troppo giovane per capire che dovevo passare un po' più di tempo con te, che la tua allegria era fatta per invogliarmi a restare. Negli anni ho fatto i conti con la fatica, con il ghiaccio, la neve, i lupi, le bestie e gli uomini. Qualcosa di più avrei potuto imparare, quell’abbraccio solidale posso dartelo solo ora , solo nei ricordi, ma vale, vale tantissimo.

Continua a nevicare, in paese, tra donne, fioccano inviti a pranzo a condividere le scorte più pregiate, addirittura la Franca nonostante le sue deboli gambe è venuta a casa mia, ed io vivo sopra al paese, è stato Enrico ad aiutarla a salire.

Si gioca a carte si ride e si racconta, sono le giornate che si scoprono le storie delle persone, le storie di un paese, sono giornate dove si rivelano fatti e misfatti, si gode a far delle gran “ciattellate”...ce ne vogliono di nevicate per sapere, per sapere chi siamo, e da dove veniamo, è la luce della neve a far miracoli

Mi chiama Ema, è rimasto senza acqua per le bestie, e lui ne ha tante, quindi gambe in spalla, ci vorranno almeno tre ore per arrivare a piedi con tutta questa neve, viene anche Italo a darci una mano e meno male perché questi lavoracci son quelli che ti fanno maledire la neve, ci bagneremo, secchi pesanti e corde ghiacciate ci spaccheranno le mani, ma so che rideremo lo stesso tantissimo.

Troveremo il modo di ridere della fatica, questi lavori finiscono sempre bene, dopo tanto giaminare finiamo tutti intorno alla stufa ad asciugare quello che si può e se non c’è altra urgenza un bel piatto di minestrone diventa il massimo della vita.

Emanuele mi ha sempre aiutata, lui di fieno ne fa tanto, ne fa anche un po' per me.

È vero, in campagna si litiga ancora per un centimetro di terra, ci si toglie il saluto per una pecora scappata o un cancello lasciato aperto, per un tronco di legno, oggi anche per i posteggi e le antenne TV, però siamo solidali, una solidarietà sincera, senza dubbi, non si esita mai: oggi a me domani a te.

Stamattina c’è finalmente il sole, la luce è potentissima, il sole sul bianco della neve dopo tanto torpore regala una gioia unica, anche le oche gridano di felicità!

Nella mia piccola comunità composta di cane, asino, gatti, pecore e tantissime galline tutti sappiamo distinguere senza dubbi cosa gridano le oche: alle volte sono in allarme, alle volte minacciano o litigano, ma alle volte sbattono le ali e gridano di felicità...sembra sempre lo stesso starnazzare, ma non lo è. Noi di montagna abbiamo orecchie fini.

Quando nevica sarebbe bellissimo restare a casa!

STORIE DI MONTAGNA

DI LUPI

DI GALLINE

DI ASINI

DI BEFANE

DI PAURA

DI STREGHE

DI BRIGANTI

DI INCONTRI NEL BOSCO

DI AMORI

E LA MAGGIORANZA SON STORIE VERE!

(leggi sotto tutti i dettagli avvincenti)

Neve a Frassineto (foto simo)

DI LUPI...

Quando i primi lupi vennero a mangiarmi le pecore misi del tempo a capire cosa stesse accadendo, quelli del paese e gli amici non credevano che fossero i lupi, ma da come le ammazzavano e si sbafavano le bestie, capivo che non potevano essere cani: troppo precisi, veloci e silenziosi nell'uccidere e della preda non rimaneva nulla...solo lo scheletro rosicchiato in una notte. In un anno 10 pecore e altrettante storie da raccontare!

La forestale mi diceva di star tranquilla, che a me non mi avrebbero magnato...seeeeeeeee vacci tu di notte a piedi, magari nella neve che ti vedono da lontano, son abbastanza in carne e pure molto più lenta di una pecora! Ho preferito evitare di dare occasione al lupo di incontrarmi in orario di cena.

(foto presa da pianeta donne)

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DI GALLINE...

Da quando arrivai in Valbrevenna ai Casoni di Prele già c'erano le galline che ereditai, tra gallo galline e uova tutto filava, ma nessuna delle galline cominciò mai a covare. Mi spiegarono che nascendo ormai tutte in incubatrice avevano perso l'istinto, detto questo non c'erano speranze.

Tutte le sere e tutte le mattine le vacche si mungono, il pollaio era in un pezzo di stalla, con vista monti e uscita indipendente, tutte le sere e tutte le mattine ero nella stalla, alla stessa ora, quindi, alla stessa ora comincia a tormentare le galline e il gallo sul fatto che non chiocciavano, mi dedicai alle chiacchere da pollaio tutti i giorni, non c'era scampo al mio parlare e spigare a loro che senza pulcini non c'è vita! Anche per il gallo c'erano questioni, legate appunto al senso della vita, al senso della vita di un gallo! Di questa mia follia mi prendevano tutti in giro

Poi un bel giorno...la gatta Pierina andò a fare i gattini dove la gallina di solito faceva le uova! La gallina decise che quelli erano i suoi pulcini, cominciò a fare il verso da chioccia e a contagiare le compagne di pollaio. Quell'anno chicciarono otto galline! Non mi fecero i complimenti per la mia tenacia, ma continuarono a prendermi in giro: stai a vedere che ora chioccia anche il gallo!

(nomi e fatti non casuali)

Your Website Title

Pegaso

DI ASINI...

Da Alfredo nacque un asinello, però la mamma di questo asinello morì dopo pochi mesi, Alfredo aveva troppe cose da fare per stare dietro a questo cucciolo che di giorno in giorno si intristiva sempre di più, allora decise di portarmelo, non che io avessi più tempo di lui , ma essere donna e aver sempre desiderato un asinello furono gli ingredienti per ben cominciare la storia tra me e Pegaso!..anche questa è una storia vera che narro nelle mie canzoni

ATENA PEGASO E TABATA

AVEVO UN ASINELLO TROVATELLO

E BIANCA OVINA AVEVA PER COMPAGNA

CON LEI PEI BOSCHI ANDAVA QUEL PIVELLO

IL CARDO SI MANGIAVA E LA CASTAGNA

BRUNA UNA CROCE AVEVA SUL MANTELLO

E SEMPRE LI PORTAVO SU IN MONTAGNA

DI MELE LA SUA SOMA ASSAI PESAVA

E L'ARIA DEI MIEI CANTI RISUONAVA

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SE AL RAGLIO TUO SENTIVI LA RISPOSTA

DISPOSTO TU NON ERI A TOLLERARE

SENTENDO UN ALTRO MASCHIO SOTTOCOSTA

LA GUERRA ERI PRONTO A COMINCIARE

LO SENTO CHE LA PACE È MAL DISPOSTA

NON CANTO PIU' E COMINCIO A BESTEMMIARE

FERMARE NON TI PUÒ MANCO UN CANCELLO

SARAI PUR BELLO MA ADESSO TI MACELLO

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A ME CONVIENE LA RISSA SCONGIURARE

TRASPORTI DEVI FAR PER LA MIA SCHIENA

SE TORNA PACE ANDRESTI SINO AL MARE

CON L'AMOR NON SERVE LA CATENA

ARDOR DI GIUVENTU' SO RISPETTARE

SE SPLENDE IL SOL LA VITA È PIU SERENA

SE RESTI QUI VICINO A LAVORARE

FATICO ANCHE MENO PER RIMARE

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I MASCHI DEI VICINI NON SON SORDI

LO SANNO CHE NON SEI PIÙ RITORNATO

LA CAGNA AMICA TUA PIÙ NON MORDI

LA NOTTE IO PIÙ VOLTE TI HO SOGNATO

IL CANTO TUO ANCOR SENTO NEI RIORDI

COL NOME CHE TI HO DATO SEI VOLATO

CON TE È VOLATA ANCHE L'ASINELLA

NESSUNO PIÙ CHE RAGLIA SOTTO LA STELLA

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DENUNCIA DI SCOMPARSA ORA SI IMPONE

PERCHÈ LA LEGGE DEVO RISPETTARE

E RISCHIO ADIRITTURA LA PRIGIONE

BUROCRAZIA BASTARDA VAI A CAGARE

OR TU SEI DIVENTATO UN BEL PESONE

E IN PIÙ MI TOCCA PUR DI CAMALLARE

QUALCUNO TI AVRÀ FORSE MACELLATO

PEGASO,... NON TI HO DIMENTICATO

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RE- SOL- LA RE- (2v)

DO FA LA RE- (2V)

di simona ugolotti

con l'aiuto di Dino e Luca

Foto di luoghi, testimoni, personaggi reali, delle storie che vado a raccontare.
Foto di luoghi, testimoni, personaggi reali, delle storie che vado a raccontare.
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DI BEFANE...

Questa invece è una storia inventata, ambientata nel bosco vicino alla casa della befana di quartiere, una befana che avrà a che fare con il fuoco a legna, con un camino da pulire, marmellate e tanto tanto carbone da distribuire.

La fiaba è raccontata dall'assistente della befana, la stessa  che invierà una strana cartolina ai bambini, quella che sa tutto di tutti i bimbi, perché durante i giorni di tutto l'anno gira nel quartiere e tiene informata la Befana di tutto quello che accade tra i bambini.

 

LA BEFANA LICENZIATA (per bambini) Le vicissitudini di una befana di campagna che per via della crisi deve preparare torte caramelle e carbone, un carbone vero! Fatto con la legna raccolta nel bosco.....ma nel bosco incontra dei piccoli amici dispettosi che.... (il messaggio pedagogico è: non esistono bambini cattivi!)

(laboratori proponibili insieme: IMPASTARE , COSTRUIRE BACCHETTE MAGICHE, IL BRUCIA PAURE)

DI DECCE

DI INCONTRI NEL BOSCO...

Nel bosco, c'era un albero che sembrava un grosso rapace, anche se sapevo che era solo un vecchio castagno stavo ben ben attenta a girarci alla larga, non si sa mai! Nella mia piantina mentale so esattamente ancora dove si trova. Questo castagno nella foto me lo sono fatto amico! avevo tutta la convenienza visto che era sul sentiero...e guardava verso casa...e qui comincia la storia...)

DI CORRENTE ELETTRICA...senza

Niente corrente elettrica, nel secolo scorso non è cosa da poco! difficile da spiegare la scelta, interessante e divertente l'ingegno sviluppato per avere almeno 12 volt!

..quante radio strinate dai 12 volt!

e quanti sogni fanno gli ospiti quando passano una notte fuori dal solito campo magnetico!

STORIE DI MONTAGNA
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